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UIL: “IL FUTURO DEL MOLISE COMINCIA OGGI”

Stamattina si è svolto presso la Biblioteca d’Ateneo un workshop che abbiamo organizzato sugli scottanti temi dell’Area di crisi, del Patto per il Sud e sulle risorse europee, legate alla prossima programmazione. A riguardo, mi preme ringraziare il Rettore dell’Unimol per la disponibilità dello spazio offertoci, ma allo stesso tempo mi spiace della sua improvvisa assenza dovuta a un impegno improvviso ed improrogabile. Ringrazio, poi, Michele Resta di Invitalia per il suo importante contributo, Donato Toma per aver stuzzicato i nostri ospiti, Carlo Veneziale per non essersi sottratto al dibattito e Guglielmo Loy, nostro Segretario Confederale che ancora una volta ha offerto una panoramica della situazione nazionale e locale, condita da spunti e riflessioni di elevato spessore. Ovviamente, un grazie ai Dirigenti della Uil che hanno fatto in modo di esserci, con l’augurio che anche questa iniziativa sia stata utile per chiarire, anche se in parte, alcuni aspetti economici e sociali su cui si dovranno basare le politiche regionali e nazionali e conseguentemente l’attività sindacale. La Uil c’è e ci sarà sempre, a disposizione di chiunque intende approfondire, costruire, proporre e confrontarsi. Tecla (Segue la nota che ho inviato alla stampa.)
“In Molise, finalmente, sono in arrivo risorse economiche vere che possono far ripartire la nostra economia: area di crisi complessa nell’ Alto Molise, area di crisi per il termolese, Patto per il Sud, fondi europei, risorse regionali ordinarie. Forse non sono tutte quelle che ci spetterebbero (e, infatti, occorre operare per recuperarne) né sono sufficienti. Ma dobbiamo cogliere questa occasione per agganciare la ripresa con strategie intelligenti per accelerare la programmazione, realizzare gli investimenti, favorire l’occupazione. È in gioco la stessa sopravvivenza del Molise come autonoma entità regionale. Ed il tema centrale, oggi, non sono nemmeno le risorse, ma l’individuazione di “un’idea forte di sviluppo” da realizzare per non vanificare l’occasione che ci viene data.” Questa, in sintesi, la valutazione della UIL presentata nel corso di un workshop con il dialogo fra esperti (dirigenti sindacali anche di livello nazionale, assessore alle attività produttive, Invitalia nazionale, consulenti d’impresa) e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti nella sfida. “Si tratta però di programmare bene, definendo gli assi strategici degli interventi, concependo le risorse non come mera occasione di spesa (polverizzandone l’impiego o utilizzandole come tampone alle tante emergenze), ma come opportunità per la crescita e lo sviluppo. Lo stesso orizzonte temporale dell’azione è rilevante: non occorre pensare all’autunno prossimo e nemmeno alla vicina scadenza elettorale ma guardare al MOLISE 2020, come abbiamo deciso di chiamare questa nostra iniziativa.” Precisa Tecla Boccardo, leader della UIL locale. Ed eccole, allora, alcune delle proposte avanzate dalla UIL per il superamento di criticità rilevabili negli strumenti oggi a disposizione. Un rafforzamento dei servizi per l’impiego, l’orientamento professionale e un potenziamento del sistema dell’alternanza scuola lavoro con un “azione cardine” sugli Istituti Tecnici Superiori. E’ infatti indispensabile un approccio integrato e sistemico che leghi insieme la scuola, la formazione, l’orientamento professionale, con le vocazioni produttive e la domanda di lavoro delle imprese, trasformano la capacità di apprendimento in capacità produttiva. Per favorire azioni mirate all’occupabilità si propone di utilizzare parte delle risorse dell’FSC per introdurre incentivi per assunzioni a tempo indeterminato di “lavoratori svantaggiati” residenti in Molise. E’ necessario avviare un programma specifico per l’area di crisi anche con l’istituzione di una Zona Economica Speciale (ZES), con tassazione diretta ed indiretta inferiore a quella stabilita dalla legge quale strumento attrattivo di investimenti. Il 2017 è l’anno zero per una rivoluzione fiscale, ridisegnando un fisco regionale più equo abbassando il carico fiscale ai contribuenti con redditi medio bassi e aumentando le aliquote per i redditi più alti. Questa proposta è in grado di garantire l’invarianza di gettito ed è in linea con quanto previsto dai piani di rientro dal deficit sanitario. Ridurre l’attuale aliquota IRAP dal 4,97% al 3,9% per quelle imprese che aumentano la base occupazionale. Per quanto riguarda, invece, i Ticket sanitari si potrebbe pensare di passare ad un sistema di compartecipazione alla spesa basato sul reddito ISEE. La UIL del Molise ritiene, poi, che politiche industriali moderne non possano prescindere da forti investimenti in ricerca ed innovazione sia di prodotto che di produzione, in grado di valorizzare le eccellenze produttive molisane (automotive, tessile, agroalimentare, ecc.). Occorre puntare sull’accelerazione dei fattori di competitività, la promozione dei drivers e la incentivazione dei sistemi e delle filiere produttive anche attraverso lo sviluppo dell’agenda digitale per garantire servizi di qualità a tutte le imprese, cittadini e pubblica amministrazione. E’ opportuno definire insieme alla Università e ai centri di ricerca pubblici e privati progetti e azioni volte alla diffusione della conoscenza a al trasferimento tecnologico al sistema produttivo. Occorre intervenire sulle politiche territoriali e degli enti locali. La UIL Molise auspica un ruolo attivo della Regione per mettere in atto un miglioramento della capacità amministrativa come la semplificazione e la sburocratizzazione dei procedimenti della pubblica amministrazione locale a favore dei cittadini e delle imprese. Favorire poi l’attrazione degli investimenti produttivi attraverso la realizzazione degli sportelli unici operativi per le imprese in tutti i Comuni della Regione. La UIL vuole un piano mirato a rafforzare e potenziare le capacità dei dipendenti comunali con l’intento di costruire negli Enti Locali “sportelli Europa” con figure professionali adeguate e preparate soprattutto nella programmazione e gestione dei fondi comunitari. Considerando strategica la posizione geografica del Molise (rispetto al Nord e al Sud Italia, la connessione con Regioni importanti quali Campania, Puglia e Lazio) la UIL ritiene che sarebbe utile realizzare un polo logistico connesso alle reti viarie, ferroviarie anche interregionali, portuali, destinato allo stoccaggio e distribuzione dei prodotti molisani e delle importanti filiere presenti nelle Regioni di confine. “C’è poi una fondamentale “questione di metodo” – evidenzia Boccardo – È necessaria una unitarietà della programmazione, in direzione della quale occorre rafforzare, presso la Presidenza della Regione la “cabina di regia”, con la partecipazione attiva e concreta delle parti economiche e sociali, in cui si discutono scelte di programmazione non solo di tutti i fondi comunitari (FESR, FEASR, FSE), del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), ma anche delle risorse ordinarie.”Oggi che davvero il Molise può ripartire, ogni soggetto sociale, ogni organizzazione di rappresentanza, le forze vive e attive, parlamentari e amministratori locali, tutta la politica, devono ritrovare l’orgoglio dell’essere molisani. Devono stringere fra di loro un patto, devono saldare un’alleanza che non annacqui le differenze né metta in ombra gli specifici ruoli, ma ritrovi nel comune interesse del benessere della popolazione e nell’esigenza di cogliere appieno le opportunità che oggi sono date, una capacità di dialogo, una volontà di sintesi, l’impegno ad un’azione raccordata.” Questa la sfida lanciata oggi dalla UIL. “Da domani ricominceremo ad inseguire le tante emergenze, ad occuparci delle numerose vertenze in atto nei singoli luoghi di lavoro per proteggere lavoratori e pensionati, a contestare comportamenti che troviamo non corretti. Il Sindacato, però, non può stare solo ai tavoli di crisi ma vuole aver voce in capitolo anche nei tavoli dove si definiscono le opportunità. Ma oggi abbiamo voluto impegnarci nel disegnare scenari, nel dialogare con tutti presentando proposte concrete e percorribili, nell’immaginare, anche da noi, un futuro di sviluppo economico, di benessere individuale e sociale, di coesione e compattezza che sono uno dei tratti distintivi del nostro amato Molise.” In una battuta di Boccardo: “Questa è la UIL del Molise: un sindacato di protesta e di proposta!”

Area di crisi, pugno di ferro della Uil – 20/07/2016

“Rinnovare i Contratti per 12 milioni di lavoratori per far ripartire il Paese (ed il Molise)”

I lavoratori dei settori privato e pubblico in attesa del rinnovo di un contratto collettivo nazionale di lavoro, già scaduto o in scadenza nel corso del 2016, sono oltre 12 milioni. Tutti i settori di lavoro sono interessati: pubblico impiego e metalmeccanico, commercio e trasporto, edilizia e agricoltura, chimica e artigianato.

Oggi a Roma si è svolto l’attivo unitario dei delegati di Cgil, Cisl e Uil dal titolo “Rinnovare i contratti. Rilanciare la contrattazione. Per una crescita fondata sulla valorizzazione del lavoro”, cui hanno partecipato anche dirigenti e delegati sindacali molisani.

“Le conseguenze del mancato rinnovo dei contratti e di stipendi bloccati, in alcuni casi da anni, sono del tutto evidenti. Qualche mese or sono l’Istat ha rilevato che la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie nel primo trimestre del 2016 è stata la più bassa mai registrata dall’inizio delle serie storiche e cioè da 34 anni a questa parte. In tali condizioni la ripresa, nella migliore delle ipotesi, non potrà che essere lentissima. Il rinnovo di un contratto non è solo un diritto per i lavoratori, ma è un investimento per la crescita dell’intero sistema economico. Ciò che le imprese, da un lato, e lo Stato, dall’altro, riconoscono ai propri lavoratori in termini di crescita salariale ritorna alle stesse imprese sotto forma di aumento della domanda di beni e servizi e allo Stato in termini di gettito fiscale.”

“Di crescita della domanda di beni e servizi e un po’ di soldi in più nelle buste paga e sulle pensioni c’è assolutamente bisogno anche nel nostro impoverito Molise. Da noi i lavoratori in attesa che a livello nazionale si rinnovino i contratti sono più di 40.000.” Questa la lettura locale del problema posto al centro della rivendicazione sindacale.

“Se si rinnovassero entro la fine di questo anno i contratti per tutti i lavoratori che ne hanno diritto l’entità della massa monetaria immessa nei gangli vitali della nostra economia sarebbe enorme. E finalmente il futuro sembrerebbe meno fosco anche ai lavoratori molisani.”

“Abbiamo presentano la piattaforma per un nuovo modello di relazioni industriali e per un nuovo modello contrattuale – ha detto Barbagallo – e ne abbiamo presentata un’altra al Governo per una flessibilità in uscita e per il recupero del potere d’acquisto delle pensioni. Abbiamo, poi, un problema che riguarda il Mezzogiorno. C’è, dunque, una massa critica con cui fare i conti. A settembre – ha sottolineato il leader della Uil – faremo una valutazione. Io mi auguro, per i lavoratori, per i pensionati, per i giovani in cerca di lavoro, che il confronto porti risultati positivi. Se riusciremo a fare accordi e contratti, bene. Se questo non succederà, le lavoratrici e i lavoratori, i giovani e i pensionati sono pronti per farsi sentire al ritorno dalle ferie”.

“Oggi – ha concluso il leader della Uil – è una giornata importante: a dispetto di chi ha tentato di dividerci, Uil, Cisl e Cgil sono ancora impegnate, insieme, per la difesa dei lavoratori, dei pensionati e dei giovani. A settembre si deciderà: a quel punto, o accordi o lotte”.

“SFRATTI PER MOROSITÀ FENOMENO SEMPRE PIÙ ALLARMANTE, ANCHE IN MOLISE”

L’incessante e implacabile crisi economica di questi lunghi anni (unita alla costante diminuzione delle risorse impegnate per le politiche sociali) ha prodotto ricadute negative sia sul fronte occupazionale che sociale, con una riduzione del reddito per centinaia di migliaia di famiglie, che, come dimostrano i dati sugli sfratti, si è tradotta, in molti casi, anche nella difficoltà di pagare il canone di locazione. Infatti, i provvedimenti esecutivi di rilascio di immobili a uso abitativo sono stati nel 2015 in Italia 64.676 (in aumento del 23,7% rispetto al 2008, ultimo anno pre-crisi economica) di cui 57.015 dovuti a morosità e altra causa (con un incremento del 38,4% rispetto al 2008).

“Certo, da noi le cose vanno un poco meglio che nei grandi centri o in altre regioni, ma anche in Molise si registrano dati di sofferenza abitativa preoccupanti: uno sfratto emesso ogni 904 famiglie, l’anno passato ben 784 richieste di esecuzione con 124 sfratti eseguiti e famiglie messe per la strada.” Tecla Boccardo, leader della UIL molisana snocciola questi dati e precisa: “Gran parte di questi sfratti deriva da una “morosità incolpevole” cioè da una situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo, in ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare. D’altra parte, i cambiamenti della società e la crisi occupazionale vedono aumentare, anche da noi, sempre più le famiglie mononucleari e monoreddito (spesso un reddito da misera pensione o da modesto ammortizzatore sociale). In Molise, come altrove in Italia, l’affitto incide oltre il 40 % sul reddito da lavoro dipendente ed il 50 % su quello da pensione.”

“Dati allarmanti – sottolinea Guglielmo Loy, Segretario nazionale della UIL che ha curato una specifica indagine sul fenomeno – in considerazione del fatto che fino ad ora non sono stati attivati quegli auspicati interventi governativi che avrebbero potuto segnare un’inversione di tendenza. Uno strumento utile sarebbe ripristinare il Fondo sostegno affitti, azzerato per il 2016 dalla legge di stabilità, consentendo alle Regioni di attuare una politica di programmazione adeguata alle esigenze dei cittadini. È necessario mettere al centro di tutto l’”affitto”, tramite l’introduzione di politiche fiscali premianti, come, ad esempio, quella di prevedere la possibilità per l’inquilino di detrarre dalle tasse parte dell’affitto, facendo emergere, tra l’altro, le tantissime locazioni in nero. Appare chiara, quindi, la necessità di un effettivo piano di rilancio dell’edilizia popolare che possa creare, attraverso l’opportuno coordinamento di risorse pubbliche e private, le condizioni per il reperimento di abitazioni caratterizzate da costi realmente sostenibili per le famiglie.”

“Risanamento di quartieri mezzo abbandonati (basti pensare al centro storico di Campobasso) o di paesi che si stanno spopolando, investimenti in edilizia popolare, agevolazioni per chi possiede immobili e li affitta a prezzi ragionevoli, aiuto economico alle famiglie con redditi troppo limitati per permettersi il canone di locazione (ed anche a quelle che non riescono più a far fronte lle rate del mutuo contratto proprio per acquistare una abitazione)” Questi gli obiettivi della UIL molisana, pronta ad aprire con la regione e le amministrazioni locali una “vertenza casa”.

“Occorre fermare la perversa sequenza: perdita del posto di lavoro, limitatezza degli ammortizzatori sociali, poche risorse economiche, mancato pagamento di alcune rate di affitto, finita locazione per morosità, richiesta di sfratto, sfratto eseguito, tutta la famiglia per strada.”

Comunicato della UIL FPL nazionale: esito incontro Conferenza delle Regioni su Centri per l’Impiego

Si è svolto in data 6/7 u.s., presso la sede della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, un incontro avente per oggetto le problematiche relative ai Centri per l’Impiego e alle politiche attive del lavoro alla presenza della IX Commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza e le rappresentanze sindacali confederali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

La situazione, infatti, dei servizi al lavoro appare molto variegata sul territorio nazionale sia in merito alle disposizioni relative al riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, sulla base di quanto previsto dal D. Lgs. 150/2015, sia rispetto alla situazione di incertezza in cui versano le lavoratrici ed i lavoratori del settore in mancanza di chiarezza rispetto agli scenari futuri.

Va detto innanzitutto che, se si vuole realmente che le politiche attive possano esercitare un ruolo di sostegno al mercato del lavoro, non si può prescindere dall’esigenza di investire su di esse significative risorse con certezza e chiarezza sui finanziamenti. Il nuovo modello organizzativo, legato all’entrata in funzione di ANPAL, Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, richiede obbligatoriamente un investimento nelle strutture regionali e locali per rafforzare la dotazione organica dei Centri, finanziare progetti di riqualificazione del personale, definire i livelli essenziali delle prestazioni ed al tempo stesso un’ assunzione di responsabilità da parte del Governo e delle Regioni, che non possono scaricare su Province e Città Metropolitane il peso della gestione di tali processi, in una situazione economica estremamente critica, a causa dei pesanti tagli operati sulle Amministrazioni Provinciali.

Queste in sintesi le posizioni espresse dalla nostra organizzazione, ponendo al centro del confronto innanzitutto il tema del rinnovo delle procedure di convenzionamento tra Stato e Regioni (due terzi Stato e un terzo Regioni) in scadenza al 31/12/2016, il problema legato ai costi di funzionamento delle strutture,alla certezza dei trasferimenti da parte delle Regioni alle Amm.ni Prov.li e Città Metropolitane, alle problematiche legate alla stabilizzazione dei precari.

Va detto che su tali temi e su tutti gli aspetti legati al Mercato del Lavoro, si è attivato il tavolo di trattativa tra le parti sociali ed il Governo e che tali questioni sono state oggetto di confronto con il Ministro Poletti.

In sintesi gli impegni assunti dal Governo e comunicati nell’ambito del confronto in Conferenza delle Regioni:

– Proroga del convenzionamento tra Stato e Regioni per il 2017, con trasferimenti di risorse a Province e Città Metropolitane , utilizzando le risorse dei fondi strutturali europei e la medesima ripartizione di due terzi a carico dello Stato ed un terzo a carico delle Regioni

– In merito agli oneri di gestione dei CPI impegno del Governo a farsi carico fino ai due terzi della spesa per il 2016 e 2017

– Rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza attraverso un intervento normativo ad Hoc

– Un programma di potenziamento dei CPI con assunzione di 1000 lavoratori a tempo determinato da finanziare attraverso il PON, piano operativo nazionale, lavoro.

Su quest’ultimo punto resta poco chiara la titolarità delle assunzioni, in sostanza chi dovrebbe assumere e soprattutto si pone la necessità di un intervento normativo mirato, alla luce del blocco del turn-over e dei vincoli previsti dalle norme vigenti e comunque sarà oggetto di definizione nell’ambito del confronto con il Ministro Poletti.

La Uil fpl ha poi evidenziato, comunque, la necessità di affrontare complessivamente tutti gli aspetti legati al riordino della normativa, partendo dai temi della tutela del personale e della erogazione dei servizi.

In tal senso è indispensabile costruire tavoli interistituzionali, con i vari attori coinvolti nel processo e rendere effettivamente reale sede di confronto l’Osservatorio Nazionale, di cui alla legge di riordino di Province e Città Metropolitane.

Abbiamo chiesto, inoltre, di inserire la proroga dei contratti dei precari in un più ampio piano triennale di stabilizzazione del personale per dare una prima e concreta risposta alle lavoratrici e ai lavoratori e alle esigenze dei servizi, in una condizione di grave carenza di personale.

Su tali questioni la Conferenza delle Regioni ha condiviso la necessità di costruire un percorso di confronto sia su Anpal che sul resto degli aspetti evidenziati.

E’ bene precisare inoltre che su Anpal, al momento, al di là dell’approvazione dello Statuto, di fatto l’Agenzia deve ancora completare l’iter legato al perfezionamento degli atti e delle procedure per poter realmente entrare in funzione, e quindi svolgere il proprio ruolo di coordinamento della rete dei servizi per il lavoro.

In sostanza, nell’incontro con la Conferenza delle Regioni, abbiamo registrato impegni importanti almeno rispetto al tema delle risorse e dei convenzionamenti, chiaramente tutti da verificare e che dovranno tradursi al più presto in atti concreti. Resta un quadro, infatti, oltre alla scadenza referendaria di Ottobre, tutto da definire.

Una cosa è certa, se rispetto ai percorsi preannunciati, si continuerà con il solito sistema del rimpallo di responsabilità tra Stato e Regioni, la nostra organizzazione valuterà tutte le iniziative sindacali idonee a cambiare verso ad una situazione di stallo, ormai insostenibile.

La situazione a livello regionale, visualizza il documento:

http://www.uilfpl.net/images/ARTICOLI_FILES/situazione%20a%20livello%20regionale.pdf

Zuccherificio, apprensione per i lavoratori – 06/07/2016

Zuccherificio, il servizio di quest’oggi di Teleregione che fa il punto sulla vicenda e riprende le posizioni sindacali unitarie e della Uil

ZUCCHERIFICIO: POLITICA MOLISANA, SE CI SEI ANCORA, BATTI UN COLPO”

Le notizie delle ultime ore sulla sopravvivenza dello Zuccherificio del Molise non sono confortanti. C’è bisogno, ora più che mai, che la politica si attivi rapidamente e tangibilmente. Questa che segue è la nota che ho inviato alla stampa sull’argomento.
“Non è bastato né l’attivismo dell’Assessore, né l’attenzione della parlamentare locale, tantomeno le mobilitazioni delle RSU e del Sindacato di categoria, neanche il coinvolgimento del Ministero delle Politiche Agricole: la New.co. che ha in gestione lo Zuccherificio del Molise è stata dichiarata fallita. Tocca adesso alla politica molisana, se ancora esiste ed è capace di progettare il futuro di questo territorio, battere un colpo e far capire cosa intende fare.” Questa il richiamo della Segretaria generale della UIL Molise. “I vecchi impianti non li vuole comprare nessuno, nemmeno al prezzo di ferro vecchio, gli immobili del complesso industriale non interessano al mercato, il contratto di fitto del ramo d’azienda viene meno, la mini campagna saccarifera ha il fiato corto che ci si aspettava, e così via, di illusione a insuccesso. E sì che ci sono in gioco le quote comunitarie per la produzione di 83 tonnellate di zucchero l’anno (che da sole valgono circa 5 milioni di euro) e il futuro dei dipendenti diretti e di quanti sono impiegati nell’indotto, ma anche la stessa prospettiva del settore agricolo che coltiva le barbabietole nel Centro Sud Italia.” “Da tempo chiediamo impegno – continua Boccardo – per consentire, nel breve periodo, di salvaguardare i lavoratori (con ammortizzatori sociali troppo deboli per tutelarli adeguatamente) e il patrimonio fabbrica/quote, e, in prospettiva, la costruzione di un piano che rilanci la filiera al fine di attrarre nuovi investitori. Ma, anche qui, qualcuno sa che fine ha fatto l’Area di crisi non complessa che doveva estendere alla zona del Termolese agevolazioni e risorse per la ripartenza dell’economia locale?” “Così, mentre ancora qui aspettiamo Renzi per la sottoscrizione del Patto per il Sud con la nostra regione, da noi un altro pezzo di economia reale e produttiva si avvia alla sparizione. Con le vacanze alle porte e gli amministratori pubblici che ad altro si dedicano.”
Tecla Boccardo

La Lorenzin sprona le Regioni ad assumere i precari della sanità. In Molise si faccia presto!

Anche dal Governo arrivano sollecitazioni alle Regioni per procedere nelle assunzioni di lavoratori precari. Ed a farlo è direttamente il Ministro per la Salute, Beatrice Lorenzin, in un incontro a cui ha partecipato Pasquale Gianquitto della Uil Molisana, il quale ha inviato una nota alla stampa proprio sull’incontro con l’esponente del Governo.
Nella giornata di ieri, a Roma, il Sindacato ha incontrato tutti i rappresentanti delle professioni sanitarie (oltre 500 rappresentanti dei 650 mila professionisti) per presentare al governo le piattaforme per una crescita delle competenze e il miglioramento della qualità del lavoro. Il Ministro Lorenzin, intervenuta all’iniziativa, ha detto ai sindacati e ai rappresentanti delle associazioni dei professionisti della sanità che in un tempo molto breve bisognerà obbligatoriamente stabilizzare tutti i precari della sanità. Le risorse ci sono e ne servono meno di quelli che si era pensato. “Lorenzin ha però stigmatizzato l’atteggiamento delle regioni – segnala Pasquale Gianquitto della UIL FPL molisana, intervenuto all’iniziativa – che a tutt’oggi ancora non hanno inviato il piano del fabbisogno del personale” “Purtroppo – secondo la UIL FPL – ciò vale soprattutto per il Molise dove il debito accumulato, la carenza di personale, gli sprechi e la cattiva organizzazione del lavoro sono la causa del disfatta della sanità. Di contro, a ciò che richiede la Ministra, qui si chiudono i servizi per carenza di personale, pensando, forse, di chiudere il Bilancio in pareggio grazie a tagli lineari. Le aperture del Governo circa la stabilizzazione dei precari della sanità e il richiamo autorevole alle regioni ad agire al più presto su questo fronte, sono importanti anche per la sanità molisana, specie in un periodo in cui si fatica a garantire i servizi ai cittadini e il diritto alle ferie e dei riposi ai lavoratori a causa della cronica carenza di personale.” I sindacati hanno gettato le basi per una nuova stagione della contrattazione, partendo da una maggiore valorizzazione di tutte le figure professionali che operano all’interno della sanità e coinvolgendo positivamente tutte le loro rappresentanze come L’Ipasvi, l’associazione delle ostetriche, i tecnici di radiologia, i coordinamenti. “Un’unità, prosegue Gianquitto, che farà solo bene alla causa e che ha già ottenuto dalla Lorenzin una prossima convocazione comune per individuare le strade più brevi più brevi per affidare le nuove competenze che sono necessarie e utili per cambiare la visione di centralità degli ospedali nel sistema. Va invece – secondo la UIL -ripensata tutta la rete assistenziale territoriale affidando la gestione di molti servizi agli infermieri. Tutte le forze sindacali e le associazioni hanno chiesto il rinnovo contrattuale e la Lorenzin non ha potuto certo sfuggire a questi richiami. Investimenti e innovazione, subito il rinnovo del contratto ed orari di lavoro meglio organizzati per garantire a lavoratori del settore ed ai cittadini una sanità pubblica, che funzioni davvero e ovunque.”