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Il Molise torna nell’ex Obiettivo 1: Boccardo “Una questione su cui riflettere”

E’ stato reso ufficiale ieri il passaggio della Regione Molise da regione “in transizione” a “meno sviluppata”, nella classifica che stila l’Unione Europea in occasione della presentazione del proprio bilancio pluriennale. Dunque il Molise torna in questo segmento insieme alla Sardegna e vi ritrova  Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia.

 “Se da un lato questa posizione nella classifica delle regioni potrebbe generare un maggior finanziamento da parte dell’Unione Europea a nostro favore, al fine di ridurre le disparità e riavvicinarci alla media Ue, dall’altro possiamo affermare che il fallimento del Molise è stato praticamente certificato”. Questa la considerazione della Segretaria della UIL Molise, Tecla Boccardo.

“Il declassamento, difatti, avviene in quanto i parametri legati al PIL procapite e al potere d’acquisto sono scesi in maniera considerevole, indubbiamente a causa della chiusura delle poche grandi aziende che qui offrivano lavoro,  producevano ricchezza e generavano volumi economici.

Dunque, alla luce di questa “ritrovata collocazione”, nella programmazione 2021-2027 potremo beneficiare di risorse comunitarie davvero importanti. Non una semplice occasione di spesa,  ma una concreta opportunità di sviluppo”.

 “Ma qui, la seconda nota dolente, prosegue la sindacalista: per quanto cospicue e di utilizzo ampio, saremo capaci di spenderle?

I numeri sono chiari: siamo una regione che i Fondi europei non li spende o non li rendiconta, nonostante attraverso un loro utilizzo cadenzato e continuo, avremmo tratto benefici economici e soprattutto sociali.

Oggi, invece, siamo ancora in crisi, con le vertenze aperte, con salari tra i più bassi d’Italia, che fanno il paio con  pensioni bassissime.

Allora, cominciamo a correre su ciò che resta della  programmazione 2014-2020, aumentando la nostra capacità progettuale e la relativa spesa, incentivando gli investimenti.

Ma soprattutto, alla luce di questa notizia, facciamoci trovare pronti per il prossimo ciclo, sperando che questa piccola Regione, attraverso somme che saranno probabilmente di diverse centinaia di milioni di euro, possa tornare a vivere serenamente e camminando sulle proprie gambe”.

 “Siamo dinanzi a una nuova opportunità, conclude Boccardo,  e non sfruttarla la massimo, sulla base di un progetto solido e percorribile,  davvero significherebbe voler male a questa terra.”

UIL Molise: “più ammortizzatori sociali in attesa della ripartenza produttiva”

I dati sulla cassa integrazione riferiti ad agosto di quest´anno, si avvicinano sempre di più a quelli degli anni pre-crisi. Il monitoraggio sul mese di agosto, condotto dalla UIL nazionale, deve essere preso con la dovuta cautela di lettura, poiché è un periodo feriale ed è quasi fisiologica una contrazione delle richieste. Ma, al netto della quasi totale scomparsa delle ore di cassa integrazione in deroga dovuto all’abrogazione dell’istituto, e della forte contrazione di richieste della ordinaria, aumentano le ore autorizzate di straordinaria e “ciò manifesta la perdurante crisi di alcune aziende e territori.

I primi 8 mesi dell´anno, registrano complessivamente una richiesta di ore non lontana da quelle del 2008 ed in progressiva diminuzione dal 2010. E’ chiaro che questi dati continuano a scontare l’assenza di quante richieste pervengono al Fondo di Integrazione Salariale (FIS), di cui ancora l’Inps non fornisce la grandezza dei numeri. “Preoccupante, e quindi da non sottovalutare – secondo la UIL – la crescita anno dopo anno delle domande di Naspi che, nei primi 7 mesi dell’anno in corso, hanno superato il milione. Aumento che si registra in particolare a luglio che, rispetto al mese precedente, è caratterizzato da un raddoppio di richieste.” 

Una motivazione potrebbe derivare dall’entrata in vigore del Decreto Dignità che, nella prima stesura, non prevedendo un periodo transitorio può aver causato il mancato rinnovo di molti contratti a termine. “Una prima valutazione sugli effetti occupazionali del Decreto e della sua conversione in legge, li potremo verificare solo attraverso il match con i dati delle attivazioni/trasformazioni a tempo indeterminato, a partire da luglio.”

Partendo da problematiche aperte e non ancora risolte sul versante degli ammortizzatori sociali necessari a sostenere i lavoratori nelle crisi e nelle cessazioni aziendali, nonché sulla fondamentale partita di efficaci ed efficienti politiche attive volte soprattutto al reinserimento nel mercato del lavoro di coloro che ne fuoriescono, i Sindacati confederali hanno sollecitato un confronto con il Ministro di Maio.

“Con le tante crisi aziendali ancora in atto, anche nel nostro territorio, con la ripresa che stenta ad arrivare (pur con qualche occupato in più anche in Molise), con tanti lavoratori fuorusciti dai processi produttivi, non possiamo proprio rinunciare agli ammortizzatori sociali.” 

“E’ opportuno osservare, proseguono dal sindacato di via Crispi, che la nostra Regione, rispetto all’arco gennaio/agosto  del 2017, nel periodo gennaio/agosto 2018 mostra un calo delle ore autorizzate di cassa integrazione estremamente alto, segnando un -57%. All’interno dello stesso dato, però, riscontriamo una marcata differenza tra le due province. Difatti, mentre in quella di Campobasso la diminuzione delle ore di cassa ammonta al 72%, in quella di Isernia siamo ancora dinanzi ad un incremento delle ore, con un aumento del 23,7% di quest’anno, rispetto ai primi otto mesi del 2017”. 

La UIL molisana argomenta: “Per questo chiediamo al Governo di tenere ben saldo il sistema degli ammortizzatori sociali implementandolo in un’ottica di sviluppo. Nel frattempo, da noi: sbloccare la vicenda della Cassa integrazione per gli ex Ittierre superando i rimpalli fra Regione e Inps, ragionare sul prolungamento degli ammortizzatori sociali ai lavoratori ex Gam in attesa che la filiera avicola riparta davvero, monitorare la situazione complessiva dell’utilizzo di queste prestazioni di salvaguardia del reddito e di accompagnamento della riconversione delle produzioni industriali.”

Veronese: “Aperta discussione con governo su Mezzogiorno” Boccardo: “Attendiamo la Lezzi in Molise”

La scorsa settimana una delegazione unitaria dei Sindacati confederali ha incontrato la Ministra per la Coesione Territoriale e per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi. Nel corso della riunione sono stati affrontati i principali temi che attengono allo sviluppo del Sud: credito di imposta occupazione e investimenti; politiche industriali; avvio delle Zone Economiche Speciali; infrastrutture materiali e immateriali; programmazione attuale e futura dei fondi comunitari.

Finalmente, sottolinea la Segretaria Confederale, Ivana Veronese, che ha preso parte all’incontro per conto della UIL, si apre con il Governo una discussione rispetto ai temi del Sud e degli interventi urgenti che le regioni del Meridione attendono da anni.” 

“Restiamo dell’idea, ha illustrato Veronese, che per  il Mezzogiorno non servono “politiche speciali”,  ma interventi mirati e che vedano al Sud una intensità di aiuto maggiore. Per il Mezzogiorno serve una nuova e rinnovata strategia di politiche industriali, insieme a un piano nazionale sulle politiche di coesione, e, quindi di intervento finanziario, per riequilibrare il differenziale sociale, economico, infrastrutturale ed occupazionale tra aree sviluppate e non”. 

“Ad oggi, il tessuto produttivo del Mezzogiorno è contrassegnato da micro e piccole imprese, infatti il 90% delle imprese ha queste caratteristiche, per cui gli incentivi a loro rivolti devono essere mirati a favorire la crescita dimensionale e patrimoniale

Da questo punto di vista il credito di imposta per gli investimenti Sud va nella giusta direzione e per questo riteniamo come UIL la necessità di un monitoraggio sull’andamento per il 2018 dello strumento, anche in vista della prossima Legge di Bilancio.” 

“Nel contempo di iniziative rapide come questa, ha proseguito la Segretaria nazionale, occorre una strategia di politica industriale più “robusta” e orientata nel medio e lungo periodo. Per questo è opportuno fare una ricognizione con i dati aggiornati al primo semestre 2018 su tali interventi che sono alla base di impresa e lavoro 4.0. Per la UIL lo Stato non può abdicare al suo ruolo di programmare e di indicare una strada per una politica di reindustrializzazione a partire da quella manifatturiera.

Come Organizzazione siamo pronti alla sfida che il Ministro Di Maio ha posto circa l’intervento per lo sviluppo del Sud della Cassa Depositi e Prestiti, ma su questo punto è necessario passare dalle parole ai fatti concreti.” 

A fare eco alla Veronese, la Segretaria molisana, Tecla Boccardo che ha affermato “La Ministra Lezzi sarà qui tra alcuni giorni e ci piacerebbe poterle offrire alcuni spunti di riflessione rispetto alla situazione di grande difficoltà in cui versa il Molise e della necessità urgente di ripartire da punto di vista economico, imprenditoriale, dunque sociale”. 

“Al Sud, lo diciamo ancora una volta, serve un robusto piano di investimenti pubblici che punti alle opere infrastrutturali materiali ed immateriali. E da questo punto di vista come UIL anche chiediamo un puntuale monitoraggio sullo stato di attuazione dei “piani per il Sud” che vedono  al loro interno per la maggioranza opere infrastrutturali materiali.

Per ciò che riguarda il Molise, poi, chiediamo che si faccia di più investendo risorse per un “piano straordinario di messa in sicurezza del territorio” e di investimenti in opere sulla viabilità e le infrastrutture di raccordo che, mai come adesso, hanno un grande impatto su tutto il sistema produttivo.

Altro forte tema che è stato sottoposto all’attenzione del Governo dalla UIL, e che ci tocca da vicino, riguarda la fiscalità di vantaggio che non si può esaurire solo e soltanto con la costituzione della ZES, (quando la vedremo!).

Senza dimenticare le ingenti risorse chiuse nei cassetti della regione Molise, da spendere presto e bene in pochi ma qualificati progetti, sperando di lasciare l’ultimo gradino della classifica che ci vede ultimi nella ripresa economica nazionale.” 

“La nota più dolente, però, e che vorremo far presente alla Ministra, ha proseguito la sindacalista, è quella sulla spesa dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei e del Fondo sviluppo e Coesione. A Luglio di quest’anno la spesa certificata italiana è ferma all’8,3%, e attendiamo il dato preciso del Molise, ma che non dovrebbe scostarsi di molto.

Un dato, questo, che è al limite del livello di guardia, e che chiama in causa il tema dell’efficienza e l’efficacia del funzionamento della pubblica amministrazione, ad iniziare dalla capacità di “assorbimento delle risorse” in tempi europei.” 

“Urge, e lo chiederemo a gran voce, ha concluso Boccardo, un piano di inclusione sociale con il potenziamento infrastrutturale dei servizi alla persona, magari attraverso dei “protocolli amministrativi” che rafforzino le politiche sulla sicurezza, la lotta alla disoccupazione, al lavoro precario e irregolare.

Le vacanze sono finite e la Ministra è in arrivo: non c’è più tempo da perdere”.

 

Boccardo e Primiani: “Di Maio a Foggia, ma diamoci una mossa anche in Molise contro il caporalato. tutti assieme.”

Dopo che il fenomeno del caporalato in agricoltura è deflagrato in tutta la sua drammaticità e dopo un’intensa estate di controlli da parte delle forze dell’ordine su tutto il territorio nazionale (anche, meritoriamente, in Molise), la questione drammatica dello sfruttamento dei braccianti agricoli sarà al centro del vertice convocato dal vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, presso la prefettura di Foggia, lunedì prossimo, 3 settembre. I segretari generali di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Ivana Galli e Stefano Mantegazza parteciperanno all’incontro, mentre davanti al palazzo della prefettura si svolgerà un presidio organizzato dai Sindacati agricoli confederali. “Ci saremo anche noi ‘col cuore’, dopo aver partecipato, questo mese di agosto, ad altre manifestazioni sindacali di protesta e di proposta.” Assicura Tecla Boccardo, leader della UIL Molise.

“E’ un’iniziativa molto importante che rappresenta un tentativo di dare, a partire dal territorio, una risposta alla tragedia del lavoro nero e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, un annoso problema del paese riportato all’attenzione dell’opinione pubblica dalla strage di 16 braccianti morti un mese fa in due incidenti mentre tornavano dal lavoro, trasportati dai loro caporali su mezzi insicuri e fuori legge” affermano i tre dirigenti sindacali nazionali. “Esporremo a Di Maio il nostro punto di vista e le nostre proposte unitarie per combattere questa drammatica realtà. Vogliamo sottolineare con forza che i sindacati ci sono e sono impegnati a costruire una risposta condivisa ed efficace per combattere il lavoro nero in agricoltura, a partire dalla completa attuazione della legge 199 del 2016, in particolare le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità che consideriamo come unica alternativa possibile a un mercato del lavoro gestito dai caporali.”

Rimarca la Segretaria generale regionale confederale, unitamente a Raffaele Primiani, che è rappresenta gli agro-alimentari: “Mentre si discute ai massimi livelli, la UIL e la UILA Molise sono convinte che qualcosa si debba fare da subito anche nella nostra realtà regionale. Proponiamo la realizzazione di una Cabina di regia regionale tra enti di controllo e di vigilanza, sindacati e associazioni datoriali. Un luogo di confronto attorno alle buone prassi e di aiuto alle imprese regolari, nonché la valorizzazione degli enti bilaterali territoriali come luogo favorevole per far incontrare domanda e offerta di lavoro in agricoltura. Anche in Molise, riteniamo necessario un tavolo regionale sul contrasto al caporalato in agricoltura, considerato quanto il nostro territorio sia coinvolto in queste tristi dinamiche.”

Questo – secondo la proposta sindacale –  deve essere un gruppo di lavoro ‘istituzionale’ che coinvolga gli Assessorati al Lavoro, all’Agricoltura e alle Politiche sociali, gli istituti di vigilanza e controllo nel mondo del lavoro, le forze dell’ordine,i sindacati, le organizzazioni datoriali e la realtà della cooperazione.

“Gli strumenti per poter monitorare e contrastare il fenomeno del caporalato vanno realizzati subito anche in Molise, nell’interesse complessivo di tutto questo comparto economico”

Boccardo e Primiani elencano: “Pensiamo agli enti bilaterali e alle cabine di regia territoriali previste dal Decreto 199/2016, pensiamo ad una rete informatizzata che possa dare una risposta concreta all’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Pensiamo, per l’appunto, ad un luogo di confronto aperto e di approntamento di strategie condivise. Sono questi gli strumenti di cui abbiamo bisogno e ai quali dobbiamo dare forza e forma attraverso la realizzazione di un percorso condiviso tra le istituzioni, gli organi di vigilanza e le parti sociali. Grandi novità, magari, per il Molise, ma strumenti presenti e attivi in molte realtà regionali.”

Meglio qualche attivazione concreta oggi che qualche lacrima di circostanza alla prossima tragedia. Par di capire, nelle intenzioni della UIL locale. Che, come sempre, ribadisce: “Occorre l’unione di intenti e la consapevolezza che solo unendo le diverse esperienze si può dare una risposta concreta alla piaga del caporalato e allo sfruttamento del lavoro nero.”

Carmine Battaglia, UILPA ANAS: “Maggiori competenze ad ANAS, ma con assunzioni anche in Molise”

“Gli ultimi eventi che hanno visto la chiusura temporanea di un tratto della Statale 647 “Bifernina” e la circolazione limitata che viviamo oggi, dimostrano ancora una volta che nel Molise lo sviluppo infrastrutturale è sempre più al centro di uno sterile  dibattito che oggetto di una concreta azione politica e amministrativa”.

Così il Segretario generale della UILPA Anas regionale, Carmine Battaglia.

“Da anni si parla della realizzazione di porti, aeroporti e autostrade, ma ad oggi esiste una situazione infrastrutturale al collasso, con un sistema viario messo a dura prova da una situazione di dissesto idrogeologico spaventoso che sta provocando una vera e propria cancellazione della viabilità regionale.

In più si aggiungono i tagli di risorse economiche, con le Province e la stessa Anas costrette a diminuire le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e che, di conseguenza, comporta da una parte la perdita di posti di lavoro e, dall’altra, accresce i rischi per la sicurezza degli utenti della strada, suscitando in ognuno di noi un senso di abbandono, favorendo inesorabilmente la chiusura dei siti produttivi e lo spopolamento dei nostri piccoli comuni e delle aree svantaggiate.”

 “La situazione della rete viaria regionale è fortemente a rischio, le principali arterie molisane, Bifernina e Trignina,  oramai sono obsolete e non più in grado di sopportare gli attuali volumi di traffico.

E non solo il Viadotto sull’invaso del Liscione o quelli presenti sulla Trignina, ma numerose opere d’arte maggiori (viadotti e gallerie) necessitano di interventi straordinari di manutenzione”.

 “Mai come in questi giorni, l’Anas ha acquisito una centralità per l’intero sistema infrastrutturale del nostro paese, cosa che tuttavia riteniamo giusta visto che si tratta di un azienda che da novant’anni si occupa principalmente di realizzare e manutenere la rete viaria di interesse nazionale.

Dunque, bisogna garantire il presidio del territorio non solo con uomini e mezzi, ma anche attraverso la presenza di un Coordinamento a carattere Regionale in grado di prendere decisioni immediate e coordinare le attività necessarie, cosa di difficile attuazione con l’attuale organizzazione aziendale, che grazie allo sforzo dei suoi dipendenti, comunque tiene fede ai tanti impegni. Sforzi che, in ultimo, sono saliti in virtù della richiesta del Ministero delle Infrastrutture nel chiedere una ricognizione di ponti e viadotti per quantificare eventuali danni”.

“Alla luce di queste motivazioni, e delle sempre maggiori richieste,prosegue Battaglia, occorrono azioni sinergiche, investimenti di una certa rilevanza che permettono di pianificare e realizzare interventi decisi a risolvere definitivamente le maggiori problematiche, partendo dalla costruzione di un tavolo tecnico permanente composto dalla Regione, Anas, Province e parti sociali per avanzare, insieme, delle proposte e delle soluzioni  utili a ridisegnare la viabilità in Molise, in maniera funzionale e sicura”.

“Bisogna spendere e non sprecare! Perseguendo una seria politica di investimenti sia in termini di valorizzazione delle risorse umane a disposizione sia favorendo un piano di assunzioni che consenta l’ingresso di tanti giovani, riclassificando e passando a favore dell’ANAS alcuni dei tratti viari attualmente di competenza provinciale, al fine di garantire un adeguamento degli standard di sicurezza ed una più organica pianificazione dell’intera viabilità regionale”.

“Dunque, per il sindacalista, è urgente correre ai ripari rispetto alla carenza di personale tecnico e di operatori specializzati e cantonieri, considerato che non sono avvenute assunzioni, nonostante l’immediata acquisizione degli ulteriori 150 km di strade da gestire, dopo l’apposito accordo tra Regione e Anas, rispetto a una serie di strade in procinto di passare di competenza a quest’ultima”.

 “Il nostro rammarico, conclude Battaglia, sta nel fatto che in Molise, a differenza delle altre regioni in cui sono stati pubblicati avvisi, non sono previsti assunzioni di alcun genere con il paradosso di avere più strade da gestire e mettere in sicurezza”.

Boccardo e D’Aloia: “Si esce dall’emergenza sisma solo con tanta edilizia”

“Solo poche settimane fa, la SVIMEZ ci ha ricordato che nel 2017 il Molise ha fatto registrare un andamento negativo del PIL. Una tendenza non positiva dove in particolare l’industria, in senso stretto, fa registrare una performance particolarmente negativa (-7,4%) e dove langue l’agricoltura (+0,4%). L’economia del Molise è stata sostenuta in modo significativo, nel 2015-2017, solo dal settore delle costruzioni, che ha fatto registrare un +26,4%. Anche se temiamo un progressivo rallentamento nel corso di questi mesi.” Questo evidenzia la Segretaria generale della UIL Molise. 

“Magari noi facciamo fatica a percepire questo andamento positivo, alle prese come siamo con lavoratori edili che non trovano occupazione, ma sta di fatto che nelle statistiche, che leggono la realtà in modo più completo e analitico, la crescita degli investimenti al Sud è stata particolarmente elevata nel settore delle costruzioni (+14,9%), benché nell’anno risultino diminuiti sia il valore della produzione di opere pubbliche (-2,6%) sia il valore dei bandi per la realizzazione delle stesse  (-6,3%).” 

“Ci deve essere, pertanto, l’edilizia al centro delle nostre azioni per la ripresa economica, occupazionale, produttiva e sociale del Molise. Tanto più oggi – continua Boccardo –che siamo alle prese con il terremoto ed i disagi che ha prodotto, con la stagione autunnale/invernale alle porte e le conseguenti difficoltà che porterà con sé, come quelle ataviche negli spostamenti su una rete viaria disastrata, e per quelle popolazioni che vivono in case e centri storici che necessitano di una ristrutturazione e un adeguamento.” 

Edilizia, edilizia e ancora edilizia: questo l’obiettivo del sindacato di via Crispi, che attende le decisioni sullo stato di emergenza a livello locale e quanto il governo nazionale deciderà in settimana. “Risorse adeguate non solo agli immediati bisogni, ma anche commisurate ad una programmazione necessaria per la messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio. Risorse che poi dovremo impiegare al meglio, senza disperderle in mille rivoli, ma concentrandole su obiettivi chiari e priorità definite,  condivisi dalle comunità locali, strategici per l’intera economia molisana.” 

Con un obiettivo in più, che evidenza con forza Roberto D’Aloia, che degli edili della UIL Molise è il leader: “Vorremmo proprio che le imprese locali ed i lavoratori molisani fossero in prima linea. Per volgere in opportunità questa, del terremoto, che è stata una disgrazia. Per mettere in campo la nostra capacità di lavoro unita all’amore che abbiamo per la nostra terra.” 

“Le scelte politiche di questi anni– evidenzia il Segretario generale della Feneal Uil molisana – hanno costantemente trascurato le potenzialità economiche e sociali del comparto dell’edilizia e gli evidenti benefici che possono derivare da investimenti in opere pubbliche e in edilizia, anche per via dell’indotto generato in moltissimi settori collegati. Il settore delle costruzioni, ad oggi, non riesce ancora a lasciarsi alle spalle le difficoltà pur intravedendo segnali di ripresa.” 

La ricetta della Feneal Uil del Molise: “Occorre in Molise ripartire da un programma pluriennale di interventi coordinati e di risorse significative, per mettere in sicurezza il territorio e il costruito, assegnando priorità agli interventi sul sistema della logistica e dei trasporti, puntando ad una integrazione modale, con attenzione alle tecniche e alle modalità di costruzione. È giunto il momento, anche in Molise – soprattutto in Molise – di prendere in esame con responsabilità il tema della manutenzione dell’esistente, per affrontare il naturale esaurimento del ciclo di vita di un sistema infrastrutturale, soprattutto stradale, costruito in gran parte negli anni ‘60.” 

Chiosa Boccardo: “Il sisma, per i danni e per disagi prodotti è stato un campanello di allarme. Cogliamo questa occasione e le opportunità che derivano dalla dichiarazione di stato di emergenza, per promuovere il rilancio del settore delle costruzioni quale leva e strumento per aiutare concretamente il Molise a ripartire a ritmi adeguati e per creare centinaia di nuovi posti di lavoro.”

“Come Sindacato vogliamo il ripristino, la prevenzione e l’immediata cantierizzazione delle tante opere indispensabili per ridare normalità e serenità a tutte quelle comunità ancora soggette a forte disagio. Ci aspettiamo incentivi e sostegni concreti ai privati che hanno bisogno di sistemare, recuperare, adeguare gli alloggi. In tale ottica deve essere garantito un adeguato livello di risorse economiche a disposizione, rimodulando  le iniziative già in programma e ottimizzando l’utilizzo dei finanziamenti europei, dando priorità a progetti di messa in sicurezza, di miglioramento sismico e prevenzione sull’intero territorio regionale.”

Boccardo UIL: “l’emergenza (sanitaria) in un Molise in emergenza”

“Per fortuna il terremoto ha comportato ‘solo’ sgomberi di caseggiati, disagi alla viabilità, preoccupazione nella popolazione, ma non ha comportato feriti o vittime. Sarebbe stato un disastro ulteriore l’accesso ai servizi dell’emergenza sanitaria, visto come sono messi, dalle nostre parti, i Pronto soccorso o la rete dell’emergenza tempo dipendente. Specie in questo periodo estivo.” Questa la preoccupazione, aggiuntiva, segnalata da Tecla Boccardo, leader sindacale locale che da sempre dedica grande attenzione alla sanità, che ormai da anni, “è il vero malato cronico del Molise.”

Il sindacato – segnala la Segretaria generale della UIL molisana – da anni denuncia una situazione sanitaria complessiva ormai al collasso a partire dai Pronto Soccorso.

“Ormai è assodato che il ‘Piano di rientro sanitario regionale’,  blocco del turn over ha generato nel corso degli anni una importante carenza di organico nei reparti, costringendo il personale sanitario a lavorare con ordini di servizio emessi a raffica, in condizioni proibitive con turni snervanti e in assoluta criticità, con un aumento esponenziale delle aggressioni da parte di cittadini, che condanniamo con forza, esasperati da un servizio non in grado di contenere la domanda. Come sono note: la carenza di investimenti; la mancanza di una efficiente rete territoriale che smaltisca i casi meno urgenti; il taglio dei posti letto senza una vera alternativa dove mettere i pazienti lungodegenti e cosi via.”

Pur apprezzando e condividendo le analisi del Ministro Grillo volte a migliorare la sanità, il Sindacato di via Crispi suggerisce di superare la fase delle frasi scontate e dei proclami e di procedere con atti concreti a risolvere questo problema.

“La UIL FPL è a disposizione del Ministro della Salute e del Governo per suggerire le giuste soluzioni, a partire: dalla necessità di superare sin da subito i limiti di spesa per nuove assunzioni al fine di avere una boccata di ossigeno nel Pubblico Impiego, con l’ingresso di giovani capaci e competenti e quindi un ricambio generazionale; da una totale stabilizzazione del personale precario; da un effettivo piano di investimenti; dalla valorizzazione del personale sanitario; dall’emanazione di leggi che aumentino le pene in caso di aggressioni nei confronti dei dipendenti pubblici. In merito a questo ultimo punto invitiamo a prevedere sin da subito il ripristino di posti di polizia all’interno dello strutture ospedaliere.”

Ma la situazione dei Pronto soccorso va attenzionata e affrontata, da subito, anche localmente. “Vogliamo una verifica di come i piani ferie sono stati pianificati e attuati in tutte le strutture sanitarie considerato che in alcuni casi hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza penalizzando a volte il sacrosanto diritto alle ferie. Pretendiamo che i Pronto soccorso davvero siano raggiungibili velocemente da parte residenti nei paesi dell’entroterra. Sollecitiamo efficienza e tempestività di intervento e la pianificazione di una vera ed efficiente rete dell’emergenza tempo dipendente. Chiediamo coinvolgimento del personale, qualificazione, dotazione di strumentazione adeguata, sicurezza in cui fare operare il personale. Ancora una volta: investimenti, pianificazione, progettazione di un sistema integrato di tutela sanitaria, tanto più indispensabile quando si tratta di intervenire nelle urgenze/emergenze.”Queste le concrete richieste del Sindacato.

Con stilettata finale della Boccardo:“Un’attenzione su queste ed altre tematiche del contesto sanitario locale ci sembrano un impegno ben più serio che i dibattiti e le prese di posizione su chi verrà nominato, dal Governo nazionale, commissario alla sanità molisana (chiacchiere senza molto costrutto che l’emergenza terremoto ha avuto il merito di mandare in soffitta). Qualcuno piuttosto ci dicesse come si vuole riorganizzare, riqualificare e rafforzare il sistema regionale di tutela della salute in Molise!.”

Corse autobus verso Z.I. di Termoli: Regione Molise autorizza anticipo delle partenze

GNA POMIGLIANO D'ARCO 19-10-2012 La Corte d'appello di Roma ha dato ragione alla Fiom sulla assunzione di 145 lavoratori iscritti al sindacato dei metalmeccanici Cgil nello stabilimento della Fiat di Pomigliano D'Arco. (NEWFOTOSUD ALESSANDRO GAROFALO)

Questa mattina la UIL Molise, unitamente alle categorie UILTEC, UILM e UILTemp si è attivata nei confronti dell’Assessore ai trasporti della Regione Molise, Vincenzo Niro, segnalando che a causa della temporanea chiusura della strada statale 647, gli autobus che quotidianamente accompagnano i lavoratori diretti al Nucleo Industriale di Termoli, giungevano sul posto con circa mezz’ora di ritardo sui luoghi di lavoro, con le inevitabili conseguenze di carattere organizzativo ed economico a loro carico, in quanto  anche un’eventuale flessibilità oraria non conciliava con gli orari degli autobus.

La richiesta all’Assessore consisteva nel chiedere all’Azienda che si occupa di quella tratta, la SATI, di anticipare la partenza di alcune specifiche corse, così da agevolare l’arrivo dei lavoratori in tempo per iniziare il proprio turno.

Ci preme comunicare, a tal proposito, che l’Assessore Niro si è rapidamente attivato nei confronti dell’Azienda, autorizzando, a partire da domani 23 agosto, e per tutto il periodo in cui la SS 647 resterà chiusa, l’anticipo di tutte le corse dirette verso la Z.I., di Termoli di 20 minuti.

Considerato il risultato raggiunto in poche ore, esprimiamo riconoscenza all’Assessore Vincenzo Niro per la celerità mostrata nella circostanza e alla società Sati per aver fin da subito avallato la richiesta, rispetto a un problema che cominciava ad essere gravoso per i tanti lavoratori coinvolti.

Boccardo, UIL: “nuove assunzioni in tutte le Pubbliche Amministrazioni. Subito!”

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Sono ricominciati, poco prima della pausa estiva, gli incontri fra i Sindacati e la neo Ministra della Pubblica Amministrazione, Bongiorno, sulle tematiche contrattuali e sulle prospettive della Pubblica Amministrazione.

“Apprezziamo innanzitutto – sottolineano dalla UIL Molise in piena sintonia con la strategia nazionale –  il fatto che non si voglia ripartire dalle generalizzazioni che tanto discredito hanno gettato sulle nostre Pubbliche Amministrazioni e soprattutto sui suoi lavoratori, come sostiene la Ministra <spesso attaccati ingiustamente>. Noi non vogliamo difendere chi sbaglia: abbiamo detto sempre che ci costituiremo parte civile contro chi offende prima di tutto chi lavora. Con l’accordo del 30 novembre 2016 e con i contratti 2016-2018 abbiamo capovolto l’impostazione precedente, prevedendo sanzioni per chi non svolge correttamente il suo lavoro, ma soprattutto abbiamo confermato che i lavoratori pubblici sono fondamentali per la Pubblica Amministrazione. I dipendenti pubblici, della scuola e della ricerca, degli enti locali e della sanità, delle amministrazioni centrali e degli enti, vanno valorizzati e motivati, facendoli partecipare ai processi di cambiamento con relazioni sindacali nuove, ridandogli la dignità di lavoratori attraverso il ripristino della contrattazione.”

La UIL, congiuntamente con le sue categorie del Pubblico Impiego, ha posto la necessità di ridiscutere sin d’ora il rinnovo dei contratti del P.I. in scadenza il 31.12.2018; la formazione del personale impiegato; la stabilizzazione dei precari. “In Molise abbiamo il record della percentuale dei precari impiegati nelle pubbliche amministrazioni. Mesi fa si cominciò a discutere della stabilizzazione di quelli che operano nella sanità. Poi tutto si è arenato, non si capisce bene per quale ragione. Ma questa, della sistemazione di tutti i precari,  sarà parte delle iniziative sindacali che siamo pronti a lanciare alla ripresa autunnale!”

I Sindacati hanno anche sollecitato il DPCM per il trasferimento delle risorse alle Regioni a favore del personale trasferito dalle Province, già previsto d’altronde nella legge di bilancio del 2018.“Da noi a tal proposito – lamenta la Segretaria generale della UIL Molise – siamo ancora all’anno zero, tra salario accessorio non definito e vera invivibilità dei locali e delle strutture operative.”

Secondo la UIL, segnala Tecla Boccardo, è necessario, poi, un grande piano di assunzioni nel Pubblico Impiego: “Sempre di meno, sempre più anziani e sempre più oppressi da carichi di lavoro enormi,  questo è l’identikit dei lavoratori pubblici nel nostro Paese e nella nostra regione. Continuare a sottovalutare tale situazione rischia di compromettere seriamente la stessa sopravvivenza della Pubblica Amministrazione”.

“Le politiche degli ultimi anni hanno scientemente ignorato il problema del ricambio generazionale, determinando carenze di organico vertiginose”, sottolinea la Segretaria generale rilevando “che il nostro Paese occupa l’ultimo posto della classifica europea per quanto riguarda il rapporto tra dipendenti pubblici e cittadini mentre è al penultimo posto con riferimento a quello tra lavoratori pubblici e totale degli occupati. Da un recente studio dell’Adapt  emerge che, se volessimo adeguare i nostri organici ai parametri di Francia e Regno Unito, dovremmo disporre di ulteriori 2,5 milioni di dipendenti in aggiunta agli  oltre 3 milioni attualmente in servizio, con effetti assolutamente positivi non solo in termini di funzionalità ed efficienza del Servizio Pubblico ma anche in chiave di risposta al problema della disoccupazione giovanile.”

Conclude Boccardo: “Bisogna, allora, porre fine all’assurdo convincimento che la Pubblica amministrazione sia un fardello costoso e contrastare l’idea che il ‘privato’ sia meglio del ‘pubblico’. E’ necessario agire tempestivamente per limitare i danni finora prodotti adottando una politica di rilancio della macchina pubblica, attraverso una seria politica di investimenti sia in termini di valorizzazione delle risorse umane a disposizione sia favorendo un piano di assunzioni che consenta l’ingresso di tanti giovani e che renda anche possibile l’indispensabile trasmissione delle competenze, un patrimonio che altrimenti  rischia di andare irrimediabilmente perduto”.

Osservazione centrale della UIL: “Soltanto attraverso la piena valorizzazione dei lavoratori e una adeguata politica di investimenti e di assunzioni si potrà conseguire un serio rilancio della macchina pubblica per consentirle di offrire ai cittadini servizi sempre più efficienti.”

 

Terremoto e disagi, UIL Molise: “da oggi prevenzione, controlli e investimenti. Agire prima, parlare poi.”

Abbiamo volutamente atteso che la situazione in basso Molise si stabilizzasse, anche se relativamente, per offrire qualche spunto di riflessione.

Così dalla UIL Molise: “Per avere una idea chiara della situazione, difatti, era necessario aspettare le comunicazioni ufficiali da parte delle istituzioni e degli enti preposti rispetto a viabilità, sicurezza degli edifici e delle infrastrutture pubbliche.

Oggi, il quadro è piuttosto delineato e non è assolutamente roseo”. 

“Alla vigilia della ripresa di buona parte delle attività produttive e del rientro al lavoro di centinaia di lavoratori, constatiamo che una delle due arterie più importanti del nostro traffico regionale è chiusa fino a nuovo ordine (forse oggi sarà riaperta?), con la conseguenza che il tempo che si impiega per raggiungere Termoli da Campobasso e viceversa, è di quasi un’ora e mezza, salvo traffico pesante o imprevisti vari.

Così come per alcuni viadotti della Provincia di Isernia che, nonostante siano aperti, restano osservati speciali.

Dunque, ogni qualvolta si verifica un simile evento, mostriamo tutte le nostre debolezze infrastrutturali.

E allo stesso modo, sentiamo annunciare rivoluzioni, oltre che dalla classe politica, anche da Aziende e Enti responsabili delle strade molisane.” 

“Il fatto che poi questo terremoto si sia verificato praticamente in contemporanea con il disastro di Genova, ha amplificato ancora di più i legittimi timori dei molisani rispetto alla sicurezza delle strade, degli edifici pubblici, delle scuole, degli ospedali.

Riusciremo almeno questa volta a fare il punto della situazione?

Riusciremo ad avere un quadro chiaro e puntuale sullo stato delle nostre strade, dopo decenni di lassismo e noncuranza?

Riusciremo ad avere un precisa idea sullo stato di tutti gli edifici sensibili?”

Questi gli interrogativi del sindacato.

“Immaginiamo se domani avessero riaperto le scuole o fossimo in attività scolastica. Sarebbe stato davvero complicato passare al setaccio decine di fabbricati per poi autorizzare il loro utilizzo, con conseguenze facilmente immaginabili.

Abbiamo qualche giorno in più, ma anche su questo tema, il problema resta.

Come Organizzazione da tempo sollecitiamo un piano regionale per la sicurezza che preveda una ricognizione generale di strade e pubblici edifici, specialmente da quando la nostra sismicità è particolarmente attiva.” 

“Non è il caso di creare allarmismi, ma neppure sarebbe onesto girarsi dall’altra parte.

La nostra Protezione Civile, che in questa circostanza si è mostrata complessivamente pronta ed efficiente, deve essere rafforzata così’ da diventare un piccolo gioiello in termini di organizzazione e strutturazione, così’come le strutture che si occupano di lavori pubblici, a ogni livello, devono essere in condizione di fare prevenzione, verifiche attente, scrupolose, rapide.” 

“Il pericolo non è il terremoto in sé, ma gli edifici in cui viviamo; per questo bisogna sensibilizzare e incentivare la popolazione a fare sopralluoghi per la verifica della staticità delle case. A seguito del sisma di San Giuliano, ad esempio, in  molti hanno eseguito lavori di riparazione funzionale, che hanno sicuramente migliorato la sicurezza degli immobili.

Dunque, procedere alle verifiche del patrimonio privato o pubblico è sempre utile e necessario per la pubblica e privata incolumità.” 

“Su questi pochi, ma fondamentali aspetti, confermiamo la nostra disponibilità a collaborare con chiunque sia impegnato su questo fronte, che siano essi amministratori, tecnici, imprenditori e forze dell’ordine, che ringraziamo per l’egregio lavoro svolto anche in questa occasione.”

 “Ciò che sollecitiamo però, concludono da via Crispi, è che una volta per tutte si programmino rapidamente interventi definitivi, anche utilizzando le risorse comunitarie destinate alla viabilità e alle infrastrutture, e che finalmente si sia solerti nell’attuazione di queste pratiche.

Anche perché, quando parliamo di lavoro, intendiamo soprattutto questo tipo di attività che vanno dalle valutazioni, agli interventi di messa in sicurezza che, oltre a rassicurare i nostri patrimoni abitativi e dunque i molisani, rimetterebbero in moto anche l’edilizia, sulla cui importanza nella nostra economia abbiamo abbondantemente discusso.”