Boccardo, UIL: “Il Molise galleggia. O si comincia a nuotare o si affonda”

“In Molise, il numero di nuove imprese nate nel periodo aprile-giugno, pari a 436 unità, risulta sì in aumento rispetto agli ultimi tre anni, ma ancora sotto la media registrata negli anni pre-pandemici, c’è purtroppo ancora tanto da recuperare; come a dire, segnali di una crescita si intravedono, ma risultano essere ancora troppo deboli anche rispetto ad altre regioni.”

 “A evidenziarlo, riferisce la Segretaria generale della UIL Molise Tecla Boccardo, è l’indagine condotta da Unioncamere Molise che ci restituisce uno scenario agrodolce rispetto alla tenuta del sistema economico regionale.

Anche su base nazionale si registrano flessioni in questa direzione, ma la tendenza diffusa è nettamente migliore rispetto a quella imboccata dal Molise.

 Alla ripresa dopo la pausa estiva, dunque, la parola d’ordine dovrà essere correre, ma non rincorrere.

Che si lavori al PNRR e ai Fondi europei in maniera seria e progettata, non frammentata o con l’approssimazione che ha caratterizzato le precedenti programmazioni che, di fatto, ci ha fatto rimandare indietro i soldi a ogni programmazione.

Basta scuse su assenza di personale, di pianificazione, di esperti: mancano professionalità? Al pari di tutte le regioni ci si adoperi per fare concorsi e dove serve si chieda assistenza a esperti, anche perché le spese per il supporto tecnico sono a carico dai fondi stessi e non gravano sull’amministrazione.

 Siamo forse all’ultimo bivio, in cui serve svoltare verso uno sviluppo concreto e sostenibile che offra opportunità ai giovani e alle imprese molisane, soprattutto a quelle piccole e medie che poi sono il tessuto economico e il pilastro della nostra produzione, spesso vere eccellenze.

Serve velocizzare la nostra pubblica amministrazione, sburocratizzare le procedure, digitalizzare e accelerare i pagamenti della PA ai fornitori di beni e servizi.

 Dopodiché subito metter mano, con determinazione e senza indugi a quei sistemi praticamente fermi da anni e su cui si deve fare leva, come formazione professionale, riqualificazione dei lavoratori e politiche attive del lavoro.

La nostra regione è tra quelle in cui il divario tra domanda e quella poca offerta che c’è è altissimo e continuiamo a vedere operatori economici in difficoltà nel reperire figure professionali.

 Evidentemente, in questo, qualcosa non ha funzionato o ha funzionato solo per pochi.”

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