Boccardo UIL: “Dopo i servizi di base, anche il 118 nella scure dei tagli”

Continua quotidianamente il bollettino sul ribasso dell’offerta sanitaria molisana! 

Adesso sembra che a farne le spese sarà il Servizio di emergenza territoriale 118 in quanto, causa mancanza di medici, vedrà alcune postazioni territoriali diventare “non medicalizzate”. 

In altre parole, alcune tra le attuali postazioni 118, gli ultimi presìdi rimasti sul territorio a garantire un tempestivo soccorso medico ai molisani, saranno privi della figura del medico, in quanto non ce ne sono da potervi impegnare. E tutto sarà lasciato sulle spalle delle Associazioni (come negli anni ’90) che coprono il servizio e che eroicamente svolgono il loro lavoro, in condizioni sempre precarie, con convenzioni mai adeguate, senza veder visto riconosciuto in maniera dignitosa il loro ruolo in sistema così delicato. 

Insomma, dopo vent’anni che è partito il 118 in Molise, nulla è cambiato, anzi! Si sta peggiorando. 

L’inerzia della politica regionale è inaccettabile, si continua a far finta di non vedere e sapere ma si continuano ad incassare risorse e a sottrarle ai territori. 

In questo periodo di pandemia ovunque si è avviato il potenziamento della medicina territoriale, mentre in Molise si fa il contrario, si cancellano pezzi importanti di quel poco esistente. Addirittura tra qualche anno, speriamo a pandemia finita, avremo anche un centro Covid dedicato! 

E continuano intanto i tagli generalizzati e selvaggi in sanità a danno dei tanti cittadini, prevalentemente anziani, che vivono nei comuni dell’entroterra ai quali resta solo da pagare le tasse per un servizio azzerato. E’ ormai noto a tutti che in Molise non solo non sono garantiti i livelli minimi essenziali di assistenza, ma come detto comincia a essere in affanno anche il servizio di emergenza territoriale, mentre la rete per l’emergenza delle patologie tempo dipendenti non è mai esistita. La pandemia, purtroppo, ha messo in evidenza una sanità pubblica fantasma che esiste solo sulla carta. 

Non ci resta che constatare che si continua a risparmiare e tagliare sulla pelle dei cittadini… ma la sanità non è un macello e la salute non è un mercato! Bisogna mettere in piedi un sistema sanitario pubblico integrato dal sistema accreditato, un sistema che punti innanzitutto al potenziamento del territorio e al rafforzamento delle strutture ospedaliere e non al depotenziamento a cui assistiamo da anni. 

Sentiamo nelle ultime ore proclami rispetto all’arrivo di economie nazionali ma purtroppo, invece che investirle nel potenziamento del sistema, saranno totalmente utilizzati per azzerare un debito che si ricrea ciclicamente per sostenere un sistema in perenne emergenza, con personale ridotto all’osso e stremato, ancor di più da quando viviamo il dramma del Covid. 

Ma quando tutto questo finirà, ci piacerebbe conoscere la programmazione del post pandemia della sanità molisana che non può essere solo la arrancata Torre Covid.

Avremo garantiti i LEA, oggi quasi inesistenti?  

E poi, le somme risparmiate con i tagli al territorio e ai presidi ospedalieri, chiusi o ridotti, dove sono finite se il debito nel frattempo è aumentato? 

Riusciremo a fare un concorso decente per reclutare personale medico da utilizzare nelle postazioni di emergenza 118? 

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