25 aprile e 1 maggio ai tempi del COVID, Opportunità di riflettere su valori democratici e sicurezza sul lavoro

Non è stato il solito 25 aprile, come non sarà il solito 1 maggio. Due ricorrenze tanto care per noi del Sindacato, ma che quest’anno stiamo vivendo in maniera differente a causa del Covd-19.
Non siamo potuti andare a Monte Marrone, dove con CGIL, CISL, ANPI e altre Associazioni, ogni anno portiamo l’omaggio al cippo funebre di Giaime Pintor, onoriamo i caduti della resistenza e festeggiamo la liberazione dal regime fascista. Così come non si sono celebrate le numerose iniziative legate a questa importantissima ricorrenza, in tantissimi altri luoghi.
Purtroppo sarà così pure per il 1 maggio, la Festa dei Lavoratori.
Anche in questo caso, non si potrà essere nelle piazze delle città a festeggiare i lavoratori, dalla grande piazza San Giovanni di Roma, in cui musica e riflessioni ci accompagnano da anni, alle piccole piazze dei comuni in cui annualmente ci si riunisce per festeggiare una data così significativa.Quest’anno, tutto questo non sarà possibile da fare fisicamente uniti, l’uno accanto all’altra.
Ma lo si potrà fare a distanza, diversamente VICINI, sui social o in tv, seguendo le iniziative che anche i sindacati stanno mettendo a punto per onorare comunque le ricorrenze. E tra queste segnalo la più importante, che vedrà su RAI 3 dalle ore 20, alternarsi musicisti importantissimi dare il loro contributo alla giornata.
Nessuno, nonostante l’attuale situazione, ci proibirà di poter rivolgere un pensiero a quanti sono caduti sul lavoro anche quest’anno, a partire dalle decine di medici e operatori sanitari morti compiendo la loro missione sociale, oltre che professionale.
Senza dimenticare quanti hanno perso la vita sui cantieri, nelle fabbriche, sugli impianti. Si parla puntualmente di sicurezza nei luoghi di lavoro, si prova a stringere protocolli, accordi, introdurre nuovi strumenti di controllo e protezione, ma il bilancio si conferma sempre catastrofico. E anche quest’anno diciamo a gran voce che NON CI SIAMO!
Una strage silenziosa che ha visto nel 2019 e nell’inizio del 2020 aumentare i caduti sul lavoro, specialmente, nell’industria, nei servizi, nell’agricoltura. Dunque, anche alla luce di questo nuovo e triste primato, le due giornate resteranno più evocative dei valori che rappresentano: una Liberazione da riscoprire, stavolta rispetto a un nemico nuovo e che era tanto sconosciuto, quanto inaspettato. E’ una Festa del Lavoro in cui rimarcare con forza il valore dell’operato delle lavoratrici e dei lavoratori, con un doveroso ringraziamento a tutti quanti coloro che, mettendo a rischio anche la loro salute, hanno fatto si che non ci mancasse assistenza sanitaria, cibo sugli scaffali, merci consegnate a domicilio e tanto altro ancora.
Saranno ancora giorni difficili, questi, ma caratterizzati da uno sguardo all’imminente futuro, che desideriamo essere di ripartenza economica e sociale. Nell’attesa che ciò avvenga, però, abbiamo l’opportunità di riscoprire i valori fondanti della nostra democrazia, partendo da quanti sognarono al termine della guerra uno stato libero, tra stati liberi, autonomi ma uniti, commemorando quanti hanno permesso che ciò avvenisse, anche a costo della loro vita.
E con loro, fermiamoci a riflettere sui “caduti moderni” , quelli che per portare a casa il pane, spesso senza tutele e protezioni, perdono la loro vita sui cantieri, nelle campagne, nelle fabbriche.
Questa pausa forzata ci regalerà qualche minuto in più per riflettere su questi principi, tanto basilari, quanto fondamentali come la democrazia e il diritto a un lavoro dignitoso e tutelato.
Buon 1 Maggio!
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