Il fenomeno del lavoro “non regolare”, “irregolare” o “in nero” è notoriamente una condizione patologica che caratterizza il nostro Paese e anche la nostra Regione. È in piena e inevitabile sintonia con il più vasto tema dell’economia sommersa o irregolare che, stando agli ultimi dati dell’Istat riferiti all’anno 2014, vale 211 miliardi di euro. L’economia sommersa da lavoro irregolare vale 77,2 miliardi di euro, in crescita anno dopo anno.
“In una realtà, come quella italiana, dove i margini di intervento pubblico a sostegno dell’economia, del welfare e degli investimenti, sono purtroppo limitatissimi, è doppiamente delittuoso che si consideri come una fatalità convivere con -il non rispetto delle regole nel mondo del lavoro-. Doppiamente, sia per i danni all’intero sistema economico e sociale sia, e ancor più grave, per il danno alle persone colpite in termini di reddito, tutele sociali e, soprattutto, perdita di dignità. Nei territori economicamente fragili, come il Molise, il lavoro in nero o irregolare è spesso l’unica, disperata, alternativa che si pone ai tanti disoccupati, ai giovani che non trovano occupazione regolare, ai precari, alle donne in cerca di un reddito come sostegno alle loro famiglie. Un bieco ricatto, più che un’alternativa praticabile.” Questa l’amara constatazione di Tecla Boccardo, leader della UIL Molisana, a commento dei dati, elaborati a livello nazionale dal sindacato, riferiti all’attività ispettiva svolta negli ultimi anni.
Ecco alcuni riferimenti alla nostra realtà regionale. Il Ministero del Lavoro nel 2015 ha ispezionato poco più di 2.300 aziende, 1.000 nell’edilizia, 1.000 nel terziario e il poco rimanente in agricoltura e nell’industria. Risultavano irregolari 1.477, il 64 % di quelle ispezionate, con una punta dell’84 % nell’edilizia. Sono stati rilevati ben 741 lavoratori irregolari (si va dal lavoro minorile alla mancata tutela della sicurezza, alla violazione dell’orario di lavoro) e 589 sono stati i lavoratori totalmente in nero (e questa volta il primato negativo è del settore terziario, commercio e servizi).
“Per la UIL il contrasto al sommerso lavorativo deve essere affrontato in maniera forte, perché dietro di esso spesso si nasconde la malavita organizzata oltre che diversi tipi di violazioni. Troppi datori di lavoro aggirano, attraverso forme apparentemente legali, le disposizioni, sia normative che contrattuali, che regolano il nostro mercato del lavoro: i finti part-time, i contratti atipici di fatto spesso prestazioni da lavoro subordinato, cooperative che gestiscono servizi con tutele fuori dal perimetro regolato dai Contratti di lavoro, i troppi voucher utilizzati.” Argomenta la Boccardo: “Occorre una stretta non tanto sui contratti temporanei, seppur in alcuni casi necessaria, ma soprattutto sulla pluralità di modalità con cui si viene chiamati a svolgere una prestazione, attraverso un efficace sistema di controlli. Servirebbe una rete di ispettori visibile, attrezzata e rafforzata. Una comune strategia.”
E, per dare concretezza alla proposta, una sfida alla Regione dal Segretario generale della UIL: “Subito un luogo di confronto, di analisi dei dati di ognuno e di definizione di strategie comuni con le Direzioni locali del Ministero del Lavoro, Inps, Inail, Asl, Carabinieri, Guardia di Finanza con i Sindacati e le Associazioni datoriali. L’Assessore al Lavoro non può girare la testa dall’altra parte quando in Molise dilaga il lavoro in nero e irregolare. Ah già, ma noi non abbiamo un Assessore al Lavoro… Pazzesco, irresponsabilmente e semplicemente pazzesco.” Conclude Boccardo.
IN MOLISE SI VIVE DI LAVORO IN NERO E IRREGOLARE. SUBITO UNA STRATEGIA DI CONTRASTO
La Uil Trasporti del Molise, con gli altri sindacati: ATM, ora basta!
Le scelte dalla società ATM spa di pagare gli stipendi arretrati, con le determine regionali relative al mese di settembre 2016, solo a parte dei dipendenti, sta creando una situazione sempre più insostenibile e non solo economicamente.
Quanto precede è solo l’ennesima attestazione delle continue violazioni contrattuali della soc. Larivera/ATM, che vanno dall’infrazione in tema di riposi al personale, al mancato, ed ingente, versamento ai fondi previdenziali ed alle finanziarie, al sistematico ritardo del pagamento delle retribuzioni.
Nel panorama del trasporto pubblico molisano è un caso unico.
Per questo i sindacati Faisa Cisal, Fit Cisl, Uilt e Ugl chiedono l’audizione al Sig. Prefetto ed al Presidente della Giunta regionale per la ricerca di una soluzione possibile.
Durante il presidio potranno saranno utilizzate bandiere, altoparlanti ed altri strumenti di propaganda ed informazione.
I sindacati comunicano l’effettuazione di un presidio sindacale: • dalle ore 10.00 alle ore 13.00 del giorno 24 ottobre, presso il palazzo della Prefettura di Campobasso; • Dalle ore 10.00 alle ore 20.00 del giorno 25 ottobre, presso la sede del consiglio regionale di via IV Novembre; Il presidio è indetto per il mancato pagamento delle retribuzioni al personale del Trasporto Pubblico Locale dalla parte della ditta ATM spa, nonché per informazioni sulla situazione riguardante il previsto nuovo bando di gara.
Zuccherificio in Consiglio, molte parole, pochi fatti
Lo zuccherificio al centro della seduta del Consiglio regionale di ieri. La posizione della Uil è chiara: guardar per credere
Pietro Grasso in Molise, la UIL è felice della sua visita
Oggi con i lavoratori dello zuccherificio
6Conferenza stampa davanti ai cancelli dello Zuccherificio del Molise a Termoli dove, nel frattempo, prosegue la mobilitazione da parte delle maestranze.
É stata ribadita la necessità di un’effettiva programmazione per l’azienda, ribadendo come – al momento – il tavolo tecnico con i capigruppo in consiglio regionale in programma domani pomeriggio non ha ancora i crisimi dell’ufficialità.
In caso di effettivo svolgimento, i sindacati hanno ribadito quelle che saranno le richieste fatte alla clase politica legate alla richiesta di un consiglio monotematico sullo zuccherificio e al tema stesso della programmazione.
Sul versante dei lavoratori, è stato ribadito che il presidio proseguirà e porterà anche ad una marcia pacifica verso Termoli per incontrare in municipio il Sindaco con la richista di un’assise civica allargata monotematica sul tema cui far partecipare anche gli esponenti del consiglio regionale.
Sull’Area di crisi siamo passati dal “Molise che non si arrende” al “Molise che rende”
Sono chiuse da poche ore le procedure che hanno consentito agli imprenditori di manifestare interesse ad investire nell’area di crisi complessa che va da Venafro a Bojano. É così possibile tarare al meglio gli interventi ed i supporti economici e organizzativi per rendere praticabili gli insediamenti di attività economiche, che facciano ripartire l’economia e offrire opportunità occupazionali. Pare che le manifestazioni di interesse raccolte da Invitalia siano centinaia, diverse centinaia, molte più di quante anche i più ottimisti si aspettavano. Noi, come Uil, speravamo su questo buon risultato e confidavamo in questo percorso positivo. Tutto questo, così a caldo, ci insegna diverse cose. Avevamo ragione noi del sindacato a puntare su questo strumento per attrarre investitori nel nostro territorio. Siamo passati dal “Molise che non si arrende” (era questo il titolo dell’accordo fra le parti sociali e le amministrazioni locali dell’agosto 2012), al “Molise che prende” con il riconoscimento dell’area di crisi dell’agosto 2015, al “Molise che rende“, oggi che gli imprenditori ritengono interessante venire a investire qui (e una ragione ci sarà pure …). Occorre ora molto impegno ad esaminare questi atti che, pur non essendo vincolanti né per le imprese né per la Regione, il Mise o Invitalia, devono consentire di capire ‘che aria tira’ e decidere che orientamento dare agli investitori e che modello di sviluppo programmare in quel territorio. Il Sindacato va coinvolto nelle riflessioni e reso partecipe delle decisioni. I lavoratori bene hanno fatto ad aver fiducia nel Sindacato, nel suo agire volta per volta incoraggiando la Regione, incalzandola quando ci si attardava, spronando altre parti sociali perplesse e arrese, pubblicizzando l’opportunità, impegnando anche i livelli nazionali delle organizzazioni sindacali nel sostenere le istanze del Molise. Con i lavoratori e le popolazioni locali continueremo l’azione di ascolto, di coinvolgimento, di monitoraggio, di proposta sempre ma anche di protesta quando serve. Strumenti simili sono indispensabili per sostenere territori deboli economicamente e con profondo disagio sociale. Ora, con altrettanta determinazione e immaginazione, occorre infatti concentrarsi sulle opportunità dell’area di crisi non complessa del termolese e dintorni: anche da lì deve passare lo sviluppo dell’intera regione, affrontando anche con questi strumenti i problemi esplosi nel basso Molise come la vicenda zuccherificio. Poi, certo, i problemi sono molti, le vertenze aperte non si contano, la crisi economica morde e la ripresa da noi proprio non la si vede. Ma assieme, nel sindacato e con il sindacato, possiamo fare molto e dare una vera scossa al nostro territorio. Il tutto con l’orgoglio e la sfrontatezza di cui siamo capaci nei confronti di coloro che ritengono che ‘il Molise non esiste’, che lo si può smembrare o accorpare all’Abruzzo (e troppi lo fanno …), che siamo soltanto dei piagnoni all’inseguimento di mance clientelari o di assistenzialismo.